Nel corso degli ultimi lustri, aprire un conto corrente all’estero è diventata una pratica sempre più comune per moltissimi italiani, indipendentemente dal fatto che si tratti di esigenze personali o professionali. I motivi, infatti, sono i più disparati. Alcuni soggetti aprono un conto all’estero perché desiderano trasferirsi in un altro paese o per gestire transazioni internazionali; altri, invece, sfruttano questa opportunità semplicemente per diversificare i propri asset.
La diversificazione dei rischi finanziari, infatti, consente di detenere fondi in più giurisdizioni e può fungere da protezione contro instabilità economiche locali. Un altro aspetto attraente è la possibilità di agevolare le transazioni internazionali, riducendo i costi di conversione e facilitando i pagamenti in altre valute. Va da sé, per quanto ovvio, che i soggetti che si trasferiscono in un altro paese sono quasi “obbligati” all’apertura di un conto corrente estero, in quanto semplifica non poco la gestione quotidiana delle proprie finanze.
Cosa serve per aprire un conto corrente all’estero
L’apertura di un conto corrente all’estero, tuttavia, implica anche di dover affrontare qualche criticità. Basti pensare, ad esempio, alle normative fiscali, dato che alcuni paesi potrebbero avere accordi di scambio di informazioni fiscali; in questo caso, le autorità fiscali del paese d’origine potrebbero essere informate dell’apertura del conto estero. Va rimarcato, poi, che i conti correnti per non residenti presentano, solitamente, costi di gestione decisamente più elevati rispetto a un conto corrente ordinario.
Per aprire un conto corrente all’estero, al pari di quanto accade nel nostro paese, è necessario presentare alcuni documenti, che possono variare in base alla nazione dove si decide di accendere il rapporto. E’ indispensabile essere in possesso di un documento di identità valido, come la carta d’identità o il passaporto, oltre a un documento accertante che il correntista risieda – seppur temporaneamente – in quella nazione.
Per adempiere alle normative fiscali, inoltre, è indispensabile fornire un codice fiscale o un numero di identificazione fiscale. Chi apre un conto corrente all’estero è chiamato, talvolta, a fornire adeguata documentazione reddituale, come una busta paga o un modello di dichiarazione dei redditi. Inoltre, la banca estera potrebbe richiedere lettere di referenze bancarie da parte dell’attuale istituto di credito, al fine di valutare l’affidabilità del richiedente.
Svizzera, Regno Unito e Dubai: quali sono le differenze?
Alcuni nazioni, più di altre, sono meta d’attenzione da parte dei risparmiatori nostrani. In Svizzera, ad esempio, sono presenti numerosi rapporti di nostri connazionali, attratti da un sistema bancario stabile e riservato. L’apertura di un conto corrente in territorio elvetico prevede di presentare un passaporto valido, una prova di residenza e una dichiarazione sullo scopo dell’apertura del conto corrente. Le banche svizzere, come noto, sono estremamente rigorose del rispetto delle normative internazionali: potrebbe essere richiesto, quindi, un ulteriore controllo sulla provenienza dei fondi.
Un’altra destinazione particolarmente famosa per l’apertura dei conti correnti esteri è il Regno Unito, meta prediletta soprattutto per chi opera nel Vecchio Continente. Solitamente, le banche britanniche richiedono una prova di residenza nel Regno Unito, un documento d’identità e una prova di reddito. Da qualche anno a questa parte, complice l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, alcune regole vengono costantemente modificate: è necessario, quindi, tenersi costantemente aggiornati sui mutamenti della normativa locale.
Volgendo lo sguardo al di fuori del nostro continente, una meta decisamente appetita è Dubai, grazie a un’economia in rapida crescita e a importanti agevolazioni fiscali. Aprire conto a Dubai implica la presentazione di alcuni documenti come, a titolo esemplificativo, un passaporto in corso di validità, un documento che attesta di risiedere nel paese e, in alcuni casi, una lettera di referenza bancaria. L’atteggiamento delle banche di Dubai è generalmente aperto agli investitori esteri, che possono beneficiare di una vasta gamma di servizi finanziari.