Il finanziamento che la banca concede al titolare di un conto corrente e che permette a quest’ultimo di andare in passivo sul conto è il Fido Bancario.
Il correntista nel fare domanda per avere il Fido Bancario, deve indicarne l’importo massimo, la durata e le garanzie offerte all’istituto di credito.
La banca valuta tutte le informazioni del richiedente, utilizzando ad esempio la Centrale Rischi (Banca d’Italia) e la Centrale Rischi Finanziari, e decide se concedere il Fido Bancario. Inoltre, valutando se approvare o meno l’importo massimo, sulla base del reddito, del patrimonio e delle doti morali del cliente, la banca stabilisce il tasso di interesse da applicare sull’importo.
Il fido bancario viene di solito utilizzato per gestire le spese ordinarie; l’ammontare del fido non deve essere tutto usato dal cliente, anche perchè gli interessi si calcolano solo sulla parte effettivamente impiegata.
Per minimizzare i rischi di mancato pagamento, il titolare deve fornire una garanzia richiesta dalla banca che può essere:
- garanzia reale: quando è rappresentata da beni depositati in pegno, ipoteche a favore della banca, ecc.;
- garanzia personale: quando è rappresentata da terzi o dal titolare stesso, con la firma di avallo o le fideiussioni.
E’ comunque possibile che la banca conceda il fido anche in assenza di garanzie: in questo caso è fondamentale che il soggetto sia capace di accumulare il capitale necessario al pagamento del finanziamento.
Il Fido Bancario può essere di varie tipologie:
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- generale: l’importo massimo per tutte le operazioni;
- particolare: l’importo disponibile per ogni tipo di operazione;
- diretto: il credito verrà usato dal correntista stesso;
- indiretto: il credito verrà usato da terzi;
- in bianco, o a pieno rischio: si basa sulle garanzie offerte dal richiedente;
- a rischio ridotto: per il quale garantiscono anche terzi;
- di cassa, usabile tramite prelievi di denaro;
- di firma, usabile attraverso avalli e fideiussioni a favore di terzi.