A Roma è allarme per l’alto numero di strutture che, in centro, sono dedicate agli affitti brevi.
L’allarme, ripreso da testate giornalistiche e agenzie stampa come Adnkronos, è stato lanciato nelle scorse settimane da Alessandro Onorato, assessore a Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda nella Capitale.
Il politico ha posto l’accento sul fatto che, negli ultimi due anni, in vista del Giubileo del 2025 sono state aperte, nel solo centro storico, oltre 4.000 strutture dedicate agli affitti brevi.
L’obiettivo, onde evitare la desertificazione di una delle aree urbane più famose al mondo per il suo patrimonio storico e culturale, è di distribuire, nei prossimi anni, l’offerta extra alberghiera su tutta la città.
Il problema, come sottolineato sempre da Onorato ad Adnkronos, è la mancanza di una norma nazionale.
L’assessore ha altresì specificato di trovare surreale il fatto che, da parte dei Comuni, sia possibile contingentare il numero di aperture di attività come i ristoranti, ma non di procedere, invece, a bloccare l’avvio di b&b e strutture per affitti a breve termine nelle zone urbane Patrimonio UNESCO.
L’invito al Governo Meloni
Da parte di Alessandro Onorato è arrivato un invito chiaro al Governo Meloni: mettere a punto un decreto che obblighi i portali a pubblicare unicamente gli annunci di strutture regolarmente autorizzate dai Comuni.
Un altro aspetto sul quale ha posto l’accento riguarda la difficoltà, in centro a Roma, nel trovare un appartamento in affitto a lungo termine.
Ha ricordato poi che la situazione non è molto diversa in altri centri urbani, da Milano, a Firenze – dove, lo scorso mese di settembre, è stata finalizzata una delibera ad hoc per frenare la cannibalizzazione degli affitti brevi, con incentivi a chi decide di destinare il proprio immobili a locazioni a lungo termine – e che, senza una legge nazionale, i Comuni hanno poco margine, potendosi muovere unicamente con atti facili da impugnare.
Il problema dello stock immobiliare scarso è realtà sia per chi cerca casa da acquistare sia per chi, invece, opta per l’affitto. Per fortuna, nel momento in cui si guarda oltre il centro storico, c’è molta disponibilità di case in affitto Roma, immobili situati in quartieri ben collegati con le zone turistiche e serviti dai mezzi pubblici.
Il commento alla misura sulla cedolare secca
Da parte di Onorato, è arrivato un commento sulla misura in Legge di Bilancio relativa all’aumento di cinque punti percentuali, dal 21 al 26%, della cedolare secca per chi affitta a breve termine gli immobili a partire dalla seconda casa.
Ha sollevato forti critiche descrivendo la misura come un diktat “emesso dal Governo tanto per far vedere che fa”.
Ha dichiarato che gli affitti brevi possono rappresentare una risorsa per l’offerta turistica del Paese e di Roma Capitale e che non c’è nessuna intenzione, da parte del Comune, di disincentivare il fenomeno.
Onorato ha sottolineato l’obiettivo di concentrarlo in centro e, in generale, nelle zone in cui serve, chiamando in causa l’esempio di Ostia e di aree non centrali, ma non lontane dalle linee ferroviarie.
Forti critiche sono arrivate anche al codice identificativo nazionale, descritto con le parole “fumo negli occhi”. Onorato, in merito a questo tema, ha specificato che, qualora dovesse recepire i codici regionali, nel caso specifico di Roma Capitale non si risolverebbe nulla.
Ha poi citato l’esempio delle strutture extra alberghiere abusive, che potrebbero, in questo modo, ottenere il codice regionale ma non quello comunale, soggetto a norme più stringenti.
Ha, infine, detto la sua in merito all’accusa mossa ad Airbnb in merito al mancato versamento della cedolare secca negli anni passati, specificando di non aver letto ancora le carte dell’inchiesta e di ritenere che la Procura abbia effettivamente reso concrete le paure di molte persone, relative in particolare all’assenza di norme che regolamentino l’attività dei colossi del web.